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Parco della Maremma -terra da prendere a morsi di Daniela Delli

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Parco della Maremma: una Terra da Prendere a Morsi


Il mio buon proposito di passare un Agosto Vegano ha subìto un colpo ben assestato lo scorso Lunedì.
Sono infatti stata invitata ad un press lunch organizzato dal Parco della Maremma in collaborazione con EXPO Tuscany in cui le mie recenti convinzioni vegane sono state messe a durissima prova fino a cedere del tutto su un buonissimo stracotto maremmano.
Ma andiamo con ordine.Siete mai stati in Maremma? Io no, e dopo Lunedì me ne pento amaramente.Nella mia ormai chilometrica e personale TO DO LIST, la top 10 include da qualche giorno un soggiorno a Grosseto e dintorni.
La fortuna ha però voluto che per un paio d’ore la mia mente e il mio cuore fossero tele-trasportati in questa terra dei sogni, fatta di natura incontaminata, persone genuine e soprattutto un pedigree eno-gastronomico da sturbo.
Nella suggestiva cornice dei Chiostri dell’Umanitaria in Via Daverio, proprio dietro al Tribunale (a proposito, se ancora non li conoscete, andate a farvi un giro!) ho avuto il piacere di degustare alcuni dei vini e dei cibi più rappresentativi della Maremma.Dai formaggi locali abbinati a marmellate create con estro toscano e prodotti incontaminati, ad una lasagna vegana (anche i Toscani posso essere vegan-friendly, dunque?) con le zucchine e le melanzane più succose che io abbia mai provato, fino a Sua Maestà lo Stracotto.
Fatto con una carne tenerissima, ci hanno spiegato appartenere a bovini allevati allo stato brado, si tagliava con la sola forchetta e ad ogni boccone il mio desiderio di andare sul sito di Trenitalia per prenotare un biglietto di sola andata Milano-ParcoDellaMaremma si faceva sempre più ingestibile.Ad accompagnare il tutto naturalmente una selezione di vini made in Maremma, dai nomi irriverenti, proprio come chi vive in questa terra: Bizzosa, Delirio, Bucchero Ciliegiolo fino al meno edulcorato di tutti, Maremma Maiala, a mio modesto parere anche il più memorabile.
Ma se non di solo Stracotto vive l’uomo, il nostro pranzo, accompagnato da racconti divertenti e suggestivi di Maremmani DOC, si è concluso ancor meglio di come è iniziato: pesche ubriache freschissime e biscottoni ultra-golosi, fatti con latte vero, senza polveri o edulcoranti di sorta.Un menù schietto e genuino, come la natura Toscana dopotutto.

Alzarsi dal tavolo e chiacchierare con quegli stessi piccoli produttori che rendono la Maremma così grande poi, non ha prezzo.

Scoprire che col pane raffermo ci si può fare una torta semplice ma buonissima, farsi spiegare le mille varianti della Panzanella Toscana (ma quante sono??), accorgersi di sorridere sognante al ricordo di un’anziana signora e del suo pane col pomodoro..
Che bella la Maremma, quando ci si va?

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