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Manifestazione di interesse Alberese…e Fermentati da dessert del Cupido

WP_20131019_002In riferimento alla “Manifestazione di interesse” che si terrà questo 19 e 20 ottobre all’Azienda Alberese, i Fermentati del Cupido saranno presenti nel negozio di Alberese, dove potrete degustare la nostra linea “Seduzione alla frutta”, Fermentati da dessert …. e con l’occasione riceverete anche lo sconto del 20%….

Vi aspettiamo !!!


Selvaggi e bellissimi, sei cavalli all’asta

Alberese: dopo tre secoli l’azienda regionale vieta di macellare gli animali in esubero: li venderà con la clausola che restino in vita

  • di Francesca Ferri, Marlena Giacolini e Marco Locatelli
  • ALBERESE. Si chiamano Matyas, Vesuvio, Veliero, Verbena, Valchiria e Zivago. Non hanno mai conosciuto le briglie, non hanno mai dovuto correre con i ferri agli zoccoli, non hanno mai sopportato il peso di una sella e di un cavaliere. Sono cavalli, come pochi ormai ne restano: cavalli bradi, mai piegati dall’addestramento. Sono animali liberi. E hanno appena conquistato una seconda libertà: sfuggire alla macellazione alla quale la sorte li aveva destinati sin dalla nascita.

Dopo l’annuncio, fatto quest’estate, di voler accogliere la sollecitazione della sezione grossetana dell’Ente nazionale protezione animali a risparmiare la vita ai suoi cavalli a fine carriera, la tenuta regionale di Alberese ha mantenuto la parola. Presto sei cavalli che l’azienda non può più tenere e che sarebbero finiti al macello, saranno messi all’asta con la clausola ferrea che il nuovo proprietario li mantenga in vita, destinandoli ad attività ludico sportive.

L’azienda di Alberese, con i suoi tre secoli di attività alle spalle, si dedica all’allevamento dei bovini secondo i metodi di una volta. Dietro al bestiame, che oscilla sui 500 esemplari di vacche di pura razza maremmana, e che vaga libero nei 4.600 ettari della tenuta, i butteri – i cow boy maremmani – lavorano a cavallo. L’azienda alleva dunque i cavalli, anch’essi di razza maremmana, nel numero necessario a badare al bestiame. Oggi ce ne sono circa ottanta. Quando i cavalli sono a fine carriera, o quando un esemplare nasce con dei difetti fisici o di carattere; insomma, quando l’animale non può lavorare, da tre secoli a questa parte veniva ucciso e mangiato.

I cavalli della tenuta di Alberese nascono, infatti, puri: non prendono medicine e hanno tutti – o quasi – scritta sul passaporto la dicitura “dichiarazione equide non dpa” che sta per «destinato alla produzione di alimenti per il consumo umano». Una formula che fa un certo effetto anche a chi non è necessariamente vegetariano. Questi animali bellissimi, considerati “di scarto” solo perché non funzionali al lavoro dell’uomo, all’uomo e ai suoi bisogni sono legati da un destino inscindibile: se non produci come “macchina” a quattro zampe, produrrai come bistecca sulla mia tavola. Insomma, a guardarli scorrazzare per il recinto, poco avvezzi alla macchina fotografica, una breccia nella coscienza la scavano.

Di certo non è rimasta indifferente la presidentessa della sezione grossetana dell’Enpa, Marlena Giacolini, che ha sondato la disponibilità dell’azienda a valutare una diversa “pensione” per i cavalli. E, con soddisfazione, ha trovato porte aperte e disponibilità. Dalla prima riunione di agosto, la tenuta – che per ogni decisione deve confrontarsi con la Regione – ha accettato di mettere fine alla pratica della macellazione dei cavalli a fine carriera. «La procedura è attivata ed è pubblicata su nostro sito internet e su quello della Provincia di Grosseto», spiega il direttore dell’azienda agricola Marco Locatelli. Che non nasconde la sorpresa, per non dire il disappunto, di chi da sempre si è rivolto all’azienda di Alberese per acquistare cavalli da macello e che adesso rimane a bocca asciutta. «D’altro canto – prosegue Locatelli – ora cerchiamo di toccare sensibilità diverse». «Come Enpa – spiga Giacolini – pubblicheremo anche noi, di concerto con l’Enpa nazionale, le foto dei cavalli per cercare dei compratori».

I cavalli, come detto, sono sei. Un vantaggio dell’acquisto è sicuramente il prezzo basso: la base d’asta va da 660 a 1.540 euro iva inclusa. Tra gli svantaggi non va nascosto che, essendo quasi tutti animali bradi (tranne uno che è domato), non si pensi di portarli a casa e cavalcarli. «Alcuni hanno problematiche legate al carattere che li rendono non facilmente gestibili – spiega Localtelli – e questo giustifica anche il loro prezzo. D’altro canto, la sensibilità di chi vuole bene agli animali non è cosa banale». E adottare un cavallo problematico è un gesto d’amore enorme.

Ma chi sono questi cavalli? La storia più toccante è forse quella di Matyas, nato nel 1995, e unico tra i sei domato e addestrato e dal buon carattere. Matyas ha sempre trainato la carrozza di Alberese ma da quando l’attività di noleggio ella carrozza è cessata, lui è diventato in esubero. Ha anche alcuni acciacchi alle zampe davanti. Base d’asta, 660 euro. Ci sono poi Vesuvio e Veliero (nella foto a destra), quattro anni, cavalli bradi in ottime condizioni fisiche ma dal caratteraccio e non approvati per la riproduzione.

L’azienda consiglia al futuro compratore di tenerli isolati dagli altri soggetti, soprattutto all’inizio. Base d’asta, 1.320 euro l’uno. Le “signore” del gruppo sono Verbena e Valchiria, anche loro classe 2009 e allevate allo stato brado. Entrambe hanno problemi legati al carattere, non essendo mai state addestrate. Valchiria ha anche problemi di inattività ovarica. Base d’asta, rispettivamente 1.540 e 1.320 euro. Infine, il “piccolo” del gruppo, Zivago, un puledro del 2010, con qualche problemuccio alle zampe dietro e un caratterino un po’ complicato. Base d’asta, 660 euro. Il gruppo può essere visionato sabato 19 e domenica 20 ottobre ad Alberese dalle 9 alle 12 .

 

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