Articolo di Elena Arrigoni blog Cominciamo da Qua
Ecco l’articolo che Elena Arrigoni, nel suo blog Cominciamo da Qua ha scritto sul pranzo, che si è tenuto al Toscana Fuori EXPO lo scorso 17 agosto, a base di prodotti tipici maremmani!
Sono sempre felice di poter presenziare ad eventi dove l’argomento principale è il cibo, ma soprattutto mi inebrio di energia positiva quando il protagonista principale è l’orgoglio che alcune persone esprimono raccontando la loro terra, i loro prodotti.
Ieri, in via Daverio a Milano, per un Fuori Expo’ dedicato al Parco Regionale della Maremma, c’è stata una vera e propria esplosione di sapori di questa terra meravigliosa, forse apparentemente ruvida, rustica, ma ricca di calore e di passione che sa abbracciarti in maniera quasi aggressiva, ma che sa darti veramente tanto.
La Maremma è una parte di Toscana che conosco poco rispetto a molte altre, ma da anni conosco una persona, maremmana DOC, e sentendo ieri le parole di Lucia Venturi, presidente del Parco, di Luca Ceccarelli Assessore a Turismo, Innovazione, Agricoltura, Demanio e Provveditorato del Comune di Grosseto, di Francesco Gentili esperto di marketing e componente di varie associazioni culturali legate alla Maremma, di Marco Berni per il Consorzio produttori Latte Maremma, non ho potuto fare a meno di fare le analogie del caso. Questo mio caro amico, nel suo essere così fortemente maremmano, nei suoi libri… e tutte queste persone stupende che ho avuto modo di conoscere, sanno cosa vuol dire trasmettere forti emozioni… se poi il tutto è accompagnato da cibo superbo, per un’appassionata di cucina come me, è una vera manna dal cielo
Cominciamo con i VINI… non mi aspettavo gradazioni così importanti, e data la mia nota sobrietà (ahimè, la parola astemìa non esiste… ma qui ci starebbe a pennello) ci sono andata molto cauta… era pur sempre un pranzo ?
Per scrivere questo articolo mi sono messa a fare alcune ricerche, perché non mi piace dare indicazioni sbagliate. Ho notato che i vini da noi assaggiati non sono facilmente reperibili sul web, quindi doppiamente onorata di averli potuti sorseggiare e sicura che avranno un grande successo in futuro.
Ho assaggiato il bianco ‘Bizzosa’ fatto di uva inzolia siciliana. Un vitigno molto particolare, abbastanza raro nella zona della Maremma, ma forse proprio per questo, capace di creare un vino bianco forte, deciso, ma piacevolissimo e adatto a molti piatti, in questo caso anche biologico.
A seguire un rosè… posso dirlo? Bevo pochissimo, ma i rosé mi piacciono molto, sarà per il colore, la freschezza…non so, ma mi hanno sempre attirato. In questo caso il vino è ‘Delirio’ dell’agriturismo Celestina Fè… un rosato di uva Sangiovese DOC.. anche il nome e l’etichetta lasciano presagire qualcosa di particolare, e in effetti, lo è!
C’è stato l’assaggio anche di un rosso, che sicuramente sarebbe stato meraviglioso, ma io ho dovuto disertare… mi sa che mi occorre un po’ di allenamento… Comunque il rosso era un ‘Bucchero’ di uva ciliegiolo, vitigno autoctono del Parco della Maremma. Il colore splendido, da provare sicuramente in una prossima occasione.
E finiamo con i vini ‘Dolce maremma’ di uva e miele e ‘Maremma maiala’ di uva moscato e miele …entrambi vini fermentati da dessert. Abbiamo degustato il secondo ed è stata una sorpresa. Ma è la sensazione generale che ti sa regalare questa terra, questa gente: ti aspetti di finire ancora con decisione e irruenza e invece no, ti trovi a sorseggiare un vino delicato, dolce, assolutamente non stucchevole, piacevolissimo al palato e perfetta conclusione di un pranzo eccellente.Passiamo ora ai PIATTI. Non sapevo assolutamente che in Maremma ci fosse produzione di riso e invece eccolo, presentato elegantemente contornato da formaggi tipici e gelatine di vini e frutta. Un antipasto delizioso che ha saputo attirare l’attenzione di tutti i commensali.
E a contorno del riso ecco tre assaggi di formaggi tipici della zona: una caciottina con cinque tipi di peperoncini prodotti nel monastero di Siloe, in provincia di Grosseto. Il monastero è di recente costruzione e la comunità di monaci benedettini è stata riconosciuta nel 1997, quindi a differenza di altri luoghi sacri presenti in Toscana, lo possiamo definire ‘moderno’ e, oltre ad avere aderito ad una rete di centri per l’etica ambientale, i monaci si dedicano a colture biologiche proprio come questi peperoncini, insieme ad olio, zafferano, tisana di foglie d’olivo. L’insieme dona un prodotto saporito, gustoso e molto sfizioso. A fianco troviamo un pecorino stagionato, come al solito delizioso, ma anche qui sono sicuramente di parte… adoro i pecorini toscani… e ancora il Gran maremma, formaggio a pasta dura prodotto con latte 100% toscano. Come consistenza sembra un parmigiano, ma più fresco e delicato, forse dovuto alla stagionatura. Il piatto è contornato da gelatine composte da vari tipi di vini e frutta….non saprei proprio quale definire la più buona. Una cosa è certa, il connubio formaggi di questo livello e gelatine così particolari regalano al palato molte emozioni piacevolissime.
Non tralasciamo un dettaglio importante: il pane! Pane ai cereali con grani antichi, perfetto in questo contesto.
Presto pubblicherò altri articoli sul grano toscano e dire che ne sono ormai follemente innamorata è dire poco. Il fatto che finalmente si ritorni ai grani non modificati, fa presagire che si stia più attenti al proprio benessere perché ormai siamo intossicati di modernità, ma degustando sapori veri, che vengono dal passato, possiamo capire come, molte volte, la modernità non sempre è a nostro favore, sull’alimentazione in particolar modo. E il Parco della Maremma, i presidi Slow Food in generale, con gli chef aderenti a progetti e alleanze, sono fondamentali per espandere il concetto di biodiversità. Un grazie va alla chef che ha cucinato per noi: Cristina Duchini dell’agriturismo Il Duchesco, luogo sicuramente da visitare, soprattutto per riassaporare piatti stupendi cucinati con vera maestria.
Proseguiamo con un primo piatto vegano, a sorpresa direi, parlando di Toscana, ma dire piacevolissima sorpresa è dire poco. Lasagne con verdure e besciamella fatta con latte di riso, leggerissime e semplicemente perfette. Da rifare sicuramente.
Veniamo ora al piatto forte. Lo stracotto di maremmana (presidio slow food) cotto lentamente dopo che la carne è fatta marinare nel vino rosso di ciliegiolo per tutta la notte. Tenera come il burro è un piatto delizioso, saporito si, ma senza essere pesante. La vacca maremmana, caratterizzata da lunghe corna, viene allevata allo stato brado e dopo la macellazione ha una lunga lavorazione anche a crudo, prima di passare ad un’altrettanta lunga lavorazione per la cottura. Ma ne vale la pena, perché è una carne ricca di ferro e povera di colesterolo e naturalmente ricca di sapidità, poichè i pascoli dove sono allevati questi animali hanno substrati salini che producono erbe spontanee di cui le maremmane sono molto golose.
Nell’antichità, la maremmana veniva macellata al bisogno. Era una vacca da lavoro… ora è presidio slow food proprio x preservarla.Le verdure, come le gelatine dell’antipasto, vengono dagli agriturismi Cupido e La Fata …e come anche la frutta, infatti eccoci al dessert: pesche noci marinate in vino bianco Bizzosa.E per finire (…ma non doveva essere solo un press lunch??? ) i classici cantucci e i biscotti prodotti da Latte Maremma e studiati con la Pasticceria Nannini di Siena, con latte fresco toscano al 100%, usato allo stato naturale, liquido, e senza oli di palma. Il sapore del latte ti esplode letteralmente in bocca, ma è il giusto connubio con un biscotto leggero e friabile, sia per la versione al cacao che per quella con gocce di cioccolato.Voglio fare notare una cosa, un dettaglio… i meravigliosi sottopiatti che hanno rallegrato le nostre tavole, semplicemente stupendi come lo è stato tutto il pasto. Inoltre, durante tutta la presentazione, ci ha accompagnato la proiezione del documentario sulle stagioni del Parco della Maremma, del regista Francesco Falaschi, immagini meravigliose che, anche se non era assolutamente necessario, ve lo garantisco, hanno fatto accrescere ancora di più la voglia di visitare questo territorio, approfondendo le nozioni su flora e fauna che ci ha brevemente raccontato Lucia Venturi.
Per concludere, ma non per questo meno importante, ospiti con noi, c’erano due pescatori dellalaguna di Orbetello, protagonisti del film ‘I cavalieri della Laguna’ film documentario diretto da Walter Bencini, dove viene raccontata la vita dei pescatori, i sistemi di pesca tradizionali, i prodotti di eccellenza come la bottarga. Molti di noi, erroneamente pensano sia un prodotto più legato alla Sardegna, ma molti non sanno che i cefali migliori venivano, nei tempi addietro, venduti ai sardi proprio dai maremmani per la produzione della bottarga. A questo punto I pescatori hanno deciso di ‘autoprodursela’ facendone un prodotto di spicco del loro duro lavoro.
Recentemente la laguna ha avuto grossi problemi è uno sterminio di pesci per asfissia per il troppo caldo e la mancanza di ossigeno nell’acqua, questo ha comportato dei danni economici ingenti. Sergio Staino, noto disegnatore e fumettista, ha voluto regalare alla laguna di Orbetello un disegno di un simpatico pesce che è stato stampato su t-shirt che vengono vendute a pochi euro, proprio per poter fare una donazione.
Sulla Maremma si potrebbero scrivere ancora moltissime cose, sul cibo, sulla gente, sulla terra, sulle leggende… ma non ci si può dilungare troppo, altrimenti poi il lettore si annoia.
La Maremma è terra di passione e forti emozioni … ti ammalia con le eccellenze dei vini e del cibo e col calore della gente … quindi appena mi sarà possibile ci andrò, sicura di rivivere queste meravigliose sensazioni.
Grazie
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